Animali strani, luoghi dalle peculiarità uniche, meraviglie della scienza, vicende pazzesce diventano spunti di racconto in Stranezze Terrestri.
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lunedì 31 marzo 2014

La nascita di uno squalo


Quando mio padre conobbe mia madre le fece capire subito che le sue intenzioni erano serie: la prese a morsi. 
Mia madre non voleva saperne, così  lui serrò le mascelle sulla pinna pettorale di lei che portava già i segni  di questo tipo di avance. La sua pelle più spessa, però, la proteggeva da ferite gravi. Appena fu nella posizione giusta mio padre, dotato di due organi sessuali, ne inserì uno nella cloaca di lei e  lo bloccò grazie a delle escrescenze cartilaginee. Sapeva bene che lei avrebbe potuto avere già la ghiandola nidamentale piena del seme di un altro e provvedette ad eliminarlo iniettando il suo misto ad acqua di mare. 

lunedì 24 marzo 2014

Il casuario umano

Si nasconde nel folto della foresta pluviale ma non è raro per un australiano trovarselo nel giardino di casa. Non è esattamente come confrontarsi con un piccione. Questo pesa fino ai 73 Kg ed è alto quanto un uomo di media statura. Purtroppo è in via di estinzione, vive relegato nel Queensland Settentrionale, nella Nuova Guinea e in poche altre isole ma recentemente è stata scoperta una nuova specie,  il Casuarius laureatus che, in modi ancora sconosciuti alla scienza, è riuscito ad approdare in Sicilia. Il Casuarius laureatus si caratterizza per la cofana ricoperta di piume filiformi con velature alla JLo. Il suo parente australiano ha invece un elmetto glabro dalla funzione incerta ma probabilmente sessuale. Il maschio dalla protuberanza più maestosa riesce ad accoppiarsi con la femmina la quale però,  una volta deposte le uova,  le lascerà alla cura del compagno che si occuperà dei piccoli fino all'età adulta. Il lavoro di padre gli farà perdere un terzo del peso corporeo, in mancanza di tempo per alimentarsi. Speriamo non succeda lo stesso al casuario siculo, poiché l'unico maschio osservato presenta una già ridotta percentuale di grasso.

lunedì 17 marzo 2014

La Drosophila melanogaster o moscerino della frutta



Il più famoso è quello del walzer, in Grecia vuol dire "amante della rugiada". È un insetto, di dimensioni medio-piccole appartenente all'ordine dei Diptera, molto studiato dall’uomo in genetica e nella cura delle malattie. È detto anche moscerino dell'aceto. Scorrendo l’albero genealogico si va dal volgare moscerino del vino fino ad arrivare alla cugina Drosophila suzukii, genere "automunito". Preferisce posarsi su frutta marcescente su cui depone le uova. Il limone è il suo frutto preferito per il forte odore che lo ubriaca; i maschi si danno all'alcool quando vengono rifiutati dalle moscerine – non possono fare altrimenti dato che i pub per loro non li hanno ancora inventati. In loro è evidente il dimorfismo sessuale, gli insetti maschi sono più corti delle femmine, inoltre li differenzia un ciuffo di piccoli peli che circonda l'ano e i genitali del maschio. I moscerini maschi cercano di accoppiarsi il più possibile e a volte lo fanno con moscerini dello stesso sesso. Il corteggiamento prevede che il maschio agiti freneticamente le ali di fronte alla femmina quindi le lecca la zona genitale e poi le monta sopra con le ali spiegate, usate come mezzo di seduzione. Svolazza a mò di protesta, se viene rifiutato. 

lunedì 10 marzo 2014

L'isola immaginaria

"Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto,  fino al mattino
Poi la strada la trovi da te
Porta all'Isola che non c'è"



E qui ti sbagli mio caro Edoardo, l'Isola che non c'è c'è ma non è là. Sì, da Londra è sempre un bel viaggio, magari anche Peter si dovrebbe fermare ogni tanto per riposare e trovare un aereogrill dove espletare le sue funzioni fisiologiche ma non c'è bisogno di fare viaggi interstellari. Perchè chiamarla poi "Isola che non c'è" se un nome c'è l'ha? Si chiama "Isola di Sandy". Chi è Sandy? Non ne ho la minima idea. Su una cosa però avevi ragione Edo, la strada la puoi trovare anche da te, basta avere un qualsiasi marchingegno elettronico che abbia Google Earth.

lunedì 3 marzo 2014

Volevo un cavallo nero, nero, nero ma tu me lo vuoi dare sauro - Italia, la leonessa di Mussolini



Volevo un cavallo nero, nero, nero ma tu me lo vuoi dare sauro


Martino ama Zorro.
E’ forte: sbaraglia i cattivi in ogni puntata, affronta le guardie tre alla volta e le disarma con un unico gesto elegante di spada.
E’ furbo: non si fa acciuffare mai, nasconde la sua vera identità senza tradirsi nei panni di Don Diego De La Vega.
E’ misterioso: anche il look fa la sua parte con i vestiti neri, il cappello nero, la frusta nera, anche il cavallo nero così da confondersi nella notte.
Tornado, che cavallo! Ne vuole uno uguale, un concentrato di potenza muscolare e velocità. Poco importa se neanche sa da che verso si monta una sella e avrebbe già difficoltà a salire su un pony.